La percezione di alcuni luoghi, specialmente se tropicali e ancor di più se insulari, innesca una referenza simbolica verso avventure piratesche (come non pensare subito a film di notevole successo?) o, al contrario, verso immaginari mitici e idilliaci.

Di queste tematiche si occupa in maniera molto approfondita un gruppo di lavoro dell’Associazione dei Geografi Italiani (A.Ge.I), denominato appunto Geografia degli stati arcipelagici e delle piccole isole. È possibile trovare alcuni riferimenti scientifici e internazionali propio su tale pagina (ed eventualmente dare un’occhiata alla lista degli altri gruppi di lavoro A.Ge.I per scoprire meglio alcuni dei temi di studio della geografia scientifica italiana).

In ogni caso, è indubbio che lo status di insularità comporti percezioni particolari – sia esogene che endogene – in grado di influenzare anche le dinamiche politiche e geopolitiche stesse ricadenti nella classica dicotomia geografica di centro-periferia. In questo senso si muove il contributo Stato centrale e centri periferici: la geografia politica delle Maldive tra omologazione e segregazione, a firma di Stefano Malatesta, Marcella Schmidt di Friedberg, Enrico Squarcina, M.Angelica Cajiao, Andrea Di Pietro.

Nello stesso solco dei rapporti centro-periferia, applicato alla condizione di insularità delle piccole isole della laguna di Venezia, l’articolo Islands of connectivity: Archipelago relationality and transport infrastructure in Venice Lagoon di Adam Grydehøj e Marco Casagrande (di questo è possibile consultare liberamente l’abstract).

In ogni caso, isola vuol dire mare e i geografi si sono occupati da sempre della geografia del mare; un importante geografo purtroppo scomparso, che qui ci piace ricordare, Adalberto Vallega, scrisse ad esempio Per una geografia del mare (1980) ed Ecumene Oceano (1988).

(Geo-Iualc)

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