Il Parco Navarinou, raffigurato nella vignetta, è nato dalla tenacia e dall’auto-determinazione di un gruppo di attivisti/e e residenti del quartiere di Exarchia che, nel marzo del 2009, si opposero all’edificazione di nuovi edifici nell’area e diedero inizio ai lavori per la realizzazione di un parco pubblico. Su Parco Navarinou e altre “pratiche di creazione del comune” ad Atene hanno scritto Marco Volpini ed Emanuele Frixa in un articolo del 2017 disponibile gratuitamente a questo link.

Un crescente dibattito internazionale cerca di relazionarsi con l’emergere di formule inedite di iniziativa collettiva come quella di Parco Navarinou, basate sulla gestione e sulla condivisione di spazi e risorse . Queste pratiche, che vanno sotto il nome di commoning, registrano un numero sempre maggiore di adesioni, intercettando una forte istanza di partecipazione da parte della società civile soprattutto in contesti urbani, tipicamente penalizzati da una cronica “saturazione” degli spazi. Nello specifico, si fa riferimento all’urban commoning per indicare una serie di iniziative quali ambienti di co-working, progetti di housing cooperatives, azioni di retake urbano e un eterogeneo numero di esperienze descrivibili in termini di low-cost urbanism, tali cioè da facilitare l’accesso allo spazio urbano con modalità alternative rispetto alle forme associative tradizionali basate sulla proprietà privata e sulla presenza di una struttura gerarchicamente organizzata.

La sessione Dai commons al commoning (urbano): la costruzione quotidiana del comune della VI Giornata di studio “Oltre la Globalizzazione” della Società di Studi Geografici del 2016 si collega al dibattito interdisciplinare circa il commoning come pratica ed orizzonte politico. Il Numero monografico delle Memorie Geografiche dedicato alla Giornata è liberamente scaricabile qui.

Fonte: http://blublu.org/b/2017/03/29/athens/

Curiosità: il murales nell’immagine ha la firma di BLU, street artist italiano di fama internazionale, che ha voluto così offrire il suo sostegno agli attivisti di Parco Navarinou. Ne parla l’autore qui.

(ANDREA SIMONE)

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