Spiral Jetty letteralmente significa “molo a spirale”. Quest’opera di land art, realizzata nel 1970 dallo scultore statunitense Robert Smithson, ha significati molteplici: nella forma (la spirale di per sé già innescherebbe evidenti simbolismi); nella collocazione – a suo tempo – in acqua, quella molto salina del Great Salt Lake dove solo alcune alghe e batteri riescono a sopravvivere donando la caratteristica colorazione rossa; nel senso di paesaggio attraverso lo sguardo verso l’opera, cioè a seconda se si guarda dall’alto godendone la sua interezza, nei pressi per apprezzarne il rapporto e la transizione terra-acqua, o sulla spirale stessa, camminado tra le rocce, i fanghi e i cristalli di sale che la compongono. Robert Smithson girò durante la fase di costruzione un breve film-documetario difficilmente reperibile nella sua interezza. Eccone un piccolo estratto:

Di seguito, invece, un documentario divulgativo della Utah State University per poter apprezzare il fascino e lo stato attuale del luogo:

Oggi l’opera è gestita, anche a fini di preservazione, dalla Dia Art Foundation; curiosamente – ma per noi Geonauti non lo è affatto – la stessa fondazione ha recentemente inaugurato (20 novembre!) due installazioni di Mario Merz: Tavola a spirale (1982) e 8, 5, 3 (1985).

A proposito, Mario Merz, l’artista citato nella nostra avventura, è stato uno dei fondatori del movimento artistico dell’Arte Povera. Le sue tipiche installazioni con spiarli auree e serie di Fibonacci, iglù e composizioni miste tra materiali naturali (spesso cera) e neon (simbolo dell’artificialità) affascinano per semplicità e profondità.

Dal sito della Fondazione Merz, è anche possibile tenere traccia delle esposizioni e delle mostre dell’artista; tra queste, un breve video alle Gallerie dell’Accademia (Venezia, 2015) dove è stata allestita la mostra Città Irreale – a cura di Bartolomeo Pietromachi.

Non solo arte figurativa! Nelle pagine del fumetto affrontiamo anche l’arte letteraria. Come non annoverare Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne (1869) tra i capolavori della letteratura di viaggio e fantascientifca (per l’epoca!).

A Parigi esiste una vera libreria specializzata nelle opere di Verne, ma se vuoi ascoltare le intriganti parole dei suoi racconti, allora ti consiglio vivamente di concederti un po’ di tempo e “immergerti” nell’ascolto delle avventure del capitano Nemo, lette per te da Radio 3 (e con una introduzione geografica di Franco Farinelli).

#

Comments are closed